“Tira tramontana
come un'onda che scompiglia il volo alto
dei gabbiani, che dal mare
lungo il fiume, cercano la città.
[...]
Ma se guardi più lontano
[...]
Ma se guardi più lontano
c'è la casa che sta
lungo il Tevere
apposta per noi:
ed al tramonto i vetri sono rossi,
sono specchi alle cupole d'oro
mentre sfavilla il Sole
come un miraggio d'inverno...
[...]
Gli Angeli del ponte all'alba
[...]
Gli Angeli del ponte all'alba
asciugano le lacrime
e sono perle, sopra il marmo.
Perchè stelle sul fiume non brillano,
non brillano più...”
A. Minghi – La casa lungo il Tevere
A. Minghi – La casa lungo il Tevere
In un viaggio pomeridiano abbiamo scoperto una delle più toccanti realtà che accompagna la vita romana.
Abbiamo osservato un fiume morente, sporco e immobile, scoperto storie e racconti di come così tanta passività e noncuranza può essere cattiva, e tramutarsi, senza avviso, in impetuosa forza distruttiva.
Abbiamo capito perché questo fiume, il Tevere, fa tanto paura ai romani e a Roma, e perché si è deciso di nasconderlo alla vista di tutti, di confinarlo sotto metri di pietra e sassi, dove a malapena filtra la luce e giungono i rumori.
Fa una strana impressione pensare che uno dei fiumi che ha visto sorgere il più grande Impero della storia venga così poco curato, così poco considerato. Lo troviamo incomprensibile.
Così come troviamo incomprensibile così poca riconoscenza, così poca riverenza verso la natura, verso ciò che circonda il fiume e le sue sponde.
Quest'ultimo, tutt'altro che cristallino e limpido, non distorce ciò che riflettono nelle sue limacciose acque, bensì porge sé stesso e la città sotto la luce della cruda verità: ci mostra il volto marcio, sporco e nefando di Roma, sommerso in verdastro manto di putridume.
Quando si percorrono le scale dei muraglioni si ha come la sensazione di scendere in un mondo irreale, isolato dalla vita di ciò che è al di sopra delle acque, in netto contrasto, con il suo scorrere immobile, con ciò che si muove frenetico sui ponti e sulle strade. Pertanto abbiamo deciso di sfruttare tale situazione a nostro favore, creando uno spazio dove potersi rilassare e rimirare il paesaggio circostante che, se ripulito e curato, e mantenuto tale, potrebbe far tornare a splendere una delle più belle perle che compongono una città unica come Roma...
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